GIUSEPPE COPPOLA

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ATM, Le articolazioni Temporo Mandibolari

ATM“Dottore ho spesso mal di testa, ho dolori al collo e al viso, la mattina al risveglio mi sento stanco, mi dicono che di notte faccio molto rumore stringendo i denti, ho un rumore strano quando apro e/o chiudo la bocca, apro poco la bocca e ho dolore, non chiudo più la bocca come una volta, ho notato che si sono mossi i denti …”

Sono solo alcuni dei disturbi e sintomi che riferiscono i pazienti e non sanno identificarne la causa. Per risolvere questi disagi, che spesso possono invalidare la qualità della vita, si consultano tanti specialisti (neurologo, psichiatra, otorinolaringoiatra, ortopedico ecc.) ma spesso questi disagi interessano un altro distretto ed un’altra specialità!

Una visita odontoiatrica può intercettare le problematiche legate all’apparato stomatognatico ed indirizzare il paziente allo gnatologo per la risoluzione.

 

GNATOLOGIA E SISTEMA STOMATOGNATICO

La GNATOLOGIA è la disciplina odontoiatrica che si occupa del mantenimento e del ripristino del Sistema Stomatognatico.

Il Sistema Stomatognatico è costituito da 3 componenti:

  • Le Articolazioni Temporo-Mandibolari (ATM);
  • Il sistema neuro-muscolare;
  • L’apparato dento-alveolare.

L’ATM è una delle articolazioni più complesse del corpo umano.

                                          

Il condilo mandibolare (1) articola con la fossa glenoide (2) e l’eminenza dell’osso temporale (3) del cranio durante il movimento di apertura e chiusura della bocca. Un disco (menisco) (M) è interposto tra le superfici articolari per mantenere una buona stabilità durante i movimenti mandibolari, consentendo l’accoppiamento tra le 2 superfici convesse del condilo mandibolare e dell’eminenza.

Le ATM sono 2, destra e sinistra, e per azione dei muscoli masticatori possono eseguire movimenti complessi per consentire sia la fonazione che la masticazione interagendo con l’apparato dento-alveolare.

Il Sistema Stomatognatico può essere affetto da problematiche di varia natura e che possono interessare ognuna delle 3 componenti.

L’American Academy of Orofacial Pain (AAOP) definisce le disfunzioni temporo-mandibolari (DTM) come:

“Una condizione patologica a carico della muscolatura masticatoria, dell'articolazione temporo-mandibolare (ATM) e delle strutture ad esse associate.”

Tali disfunzioni raggruppano un gruppo eterogeneo di patologie del sistema stomatognatico che si manifestano con quadri algici e/o disfunzionali.

Le ATM possono presentare problematiche intra-articolari sia come rumori (click) durante i movimenti mandibolari che come riduzione dell’apertura della bocca legati ad incoordinazioni ed interferenze del menisco nei movimenti mandibolari.

I muscoli masticatori possono presentare problematiche di varia natura che si manifestano con dolenzia locale, cefalee e serramento (bruxismo), dolori alla testa ed al collo.

I denti, sottoposti a carico occlusale eccessivo, possono presentare segni di usura, movimento o mobilità che ne compromettono la funzione.

La diagnosi di tali problematiche non è semplice da formulare in quanto i sintomi sono comuni ad altre patologie che interessano la testa ed il collo, e solo un’attenta valutazione dello gnatologo può consentire di identificare e trattare correttamente la disfunzione a carico dell’apparato stomatognatico.

 

EPIDEMIOLOGIA DEI DTM

Dati dell’Accademia Europea dei disturbi Cranio Mandibolari e American Accademy of Orofacial Pain (AAOP):

  • 75% delle persone presenta almeno un segno di DTM
  • Rapporto donne-uomini 4:1
  • Età più colpita 25-40 anni
  • Il 33% presenta più di un segno/sintomo
  • L’8%-12% di questi soggetti necessita di un trattamento

 

SINTOMI

  • Dolori al viso
  • Dolori alla mandibola
  • Dolori all'orecchio
  • Ronzii, fischi o acufeni, tintinnii, sensazione di ovattamento
  • Dolori alle tempie, mal di testa
  • Dolori al collo
  • Rumori all'articolazione della mandibola (scatti, schiocchi o crepitii)
  • Limitazione dell'apertura della bocca (saltuaria o persistente)
  • Deviazione dell'apertura della bocca (saltuaria o persistente)
  • Sensazione di malocclusione (i denti non combaciano più come dovrebbero)
  • Denti usurati
  • Difficoltà di masticazione
  • Vertigini e capogiri
  • Affaticamento della vista
  • Intorpidimento o formicolio agli arti
  • Mal di denti (non riconducibile ad altre cause)

Argomento molto controverso è se esista o meno una correlazione tra l’occlusione e la postura o la colonna vertebrale. Allo stato attuale non vi è alcuna evidenza scientifica che dimostri tale correlazione.

Raramente si presenta un solo sintomo per volta. Le disfunzioni temporo-mandibolari sono di solito contraddistinte dalla presenza di una pluralità di sintomi, che la maggior parte delle volte coinvolgono le ATM.

 

CAUSE DTM

  • Bruxismo
  • Tensione dei muscoli della testa e del collo
  • Situazioni psicologiche e stressanti
  • Traumi diretti al volto, come: colpo alla mandibola, estensione o stiramento eccessivi della capsula articolare, compressione dell’articolazione temporo-mandibolare
  • Abitudini scorrette quali: mordersi labbra, guance e lingua, mangiarsi le unghie, uso frequente di gomme da masticare
  • Assunzione di una postura scorretta
  • Artrite e artrosi
  • Malocclusione dentaria

La diagnosi è CLINICA.

Gli esami strumentali come la tomografia a raggio conico (CBCT), la risonanza magnetica o l’ortopantomografia e teleradiografia servono a identificare eventuali compromissioni delle superfici ossee e dei tessuti molli articolari come pure le modifiche delle stesse nel tempo.

 

TERAPIA DTM

L’approccio terapeutico ai DTM è prevalentemente rivolto alla risoluzione della sintomatologia. In casi selezionati si può intervenire sull’occlusione del paziente, sia con dispositivi di stabilizzazione occlusale che riabilitando le superfici dentali abrase.

  • Fisioterapia. L’intervento del fisioterapista, specificamente formato sui DTM, è importante per rilassare la muscolatura masticatoria e per migliorare i movimenti mandibolari in caso di rumori articolari. Risulta inoltre fondamentale nei casi di blocco con ridotta apertura della bocca, inducendo con appropriate manovre un miglioramento sensibile sin dalla prima seduta;
  • Farmaci. La prescrizione di farmaci antidolorifici e miorilassanti è da sempre il primo approccio in queste problematiche. Negli ultimi anni la somministrazione si è ridotta, grazie all’introduzione della fisioterapia e di dispositivi occlusali mirati;
  • Dispositivi occlusali. La preparazione di dispositivi occlusali di vario tipo, descritti come ‘bite’, rappresenta un presidio terapeutico molto diffuso e che da anni viene consigliato ai pazienti. Purtroppo l’efficacia terapeutica non è sempre tangibile, e non è infrequente vedere alla prima visita pazienti che mostrano una serie di bite (dalle più svariate forme e ad appoggio sia in arcata superiore che inferiore), a testimoniare l’insoddisfazione dei risultati ottenuti.

Il dispositivo proposto, lo ‘Splint Gnatologico’, viene costruito con rilevazione della posizione ideale ‘stimata’ dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) usando cere specifiche ed un arco facciale per registrare l’inclinazione della mascella rispetto al cranio. Una volta montati i modelli del paziente in un articolatore semi-individuale si realizzerà lo Splint Gnatologico, un bite ad appoggio sull’arcata superiore con regolazione dei contatti occlusali in modo tale che siano simultanei e con la stessa intensità. L’uso dell’articolatore per la sua fabbricazione consente poi di realizzare il controllo accurato dei movimenti mandibolari simulando un’occlusione ideale. Lo Splint sarà poi bilanciato dal clinico direttamente sul paziente, controllato e bilanciato in controlli successivi fino ad ottenere la stabilità della posizione mandibolare. Lo scopo di tale dispositivo è di simulare un’occlusione ideale con guide corrette nei movimenti mandibolari, ottenendo così il rilassamento dei muscoli masticatori e quindi un sollievo della sintomatologia algica;

  • Apparecchiature medicali. Radiofrequenza e Elettroporazione:

RADIOFREQUENZA. Numerosi lavori con sufficienti casistiche pubblicati su riviste ne convalidano l’utilità in patologie traumatiche e degenerative, con riduzione della sintomatologia dolorosa, dell’edema tissutale e recupero precoce della funzione. I pazienti riferiscono una immediata sensazione di benessere sin dalla prima seduta, soprattutto in relazione alla riduzione marcata del dolore. Utilizza una tecnica di lavoro Capacitiva ed una Resistiva da cui avremo una  Diatermia Capacitiva (onda elettromagnetica con frequenza che va da 30Khz e 300Ghz)  ed una Diatermia Resistiva (onda elettrica che passa tra i due elettrodi metallici) La Diatermia può essere definita una  forma di “termoterapia endogena”, quindi una terapia basata sul calore (l'impiego del calore con finalità terapeutiche in presenza di affezioni dolorose muscolari ed articolari, è diffuso già da un quarto di secolo); endogena perché i tessuti trattati con Diatermia sono indotti a produrre calore; un calore interno che col raggiungimento di temperature di circa 36°- 40,5° porta il corpo del paziente a collaborare in modo attivo, per il raggiungimento più veloce della guarigione.

Pertanto gli effetti biologici si avranno in base al graduale incremento di temperatura endogena.

Indicazioni

  • Disfunzioni temporomandibolari (patient menagment)
  • Stati di Algia oro-cervico-facciali
  • Edemi e tumefazioni post-ascessuali
  • Consolidamento osseo post-frattura
  • Trismi e contratture muscoli masticatori
  • Nevralgie cervico-facciali

ELETTROPORAZIONE. Sistema per la veicolazione transdermica non invasiva di principi attivi utilizzando un diffusore dei farmaci con la stessa apparecchiatura della radiofrequenza. Azione dei farmaci antidolorifici e miorilassanti sarà quindi esclusivamente locale.

   In conclusione, le problematiche che interessano l’apparato stomatognatico possono rappresentare un disturbo invalidante per il paziente, tale da comprometterne la qualità della vita. Una diagnosi corretta accompagnata da terapie mirate e multidisciplinari può alleviare fino a risolvere questa patologia.

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